terça-feira, 1 de dezembro de 2009

A CALÚNIA


Samuel Ramey, no MET de New York, em 1976

A propósito da ária "La calunnia" da ópera Il Barbiere di Siviglia, objecto de um post publicado há várias semanas, pediram-me alguns leitores que
transcrevesse o respectivo texto. Aqui vai:

La calunnia è un venticello,

un’auretta assai gentile

che insensibile, sottile,

leggermente, dolcemente

incomincia a sussurrar.

Piano piano, terra terra,

sottovoce, sibilando,

va scorrendo, va ronzando;

nelle orecchie della gente

s’introduce destramente

e le teste ed i cervelli

fa stordire e fa gonfiar.

Dalla bocca fuori uscendo

lo schiamazzo va crescendo

prende forza a poco a poco,

vola già di loco in loco;

sembra il tuono, la tempesta

che nel sen della foresta

va fischiando, brontolando

e ti fa d’orror gelar.

Alla fin trabocca e scoppia,

si propaga, si raddoppia

e produce un’esplosione

come un colpo di cannone,

un tremuoto, un temporale,

un tumulto generale,

che fa l’aria rimbombar.

E il meschino calunniato,

avvilito, calpestato,

sotto il pubblico flagello

per gran sorte va a crepar.




1 comentário:

Anónimo disse...

Verdades intemporais em admirável registo musical do génio rossiniano,e tão actuais na nossa "choldra" de há uns anos para cá!